
Il suo debutto ufficiale sarĆ a Chianti Lovers & Rosso Morellino, la manifestazione che andrĆ in scena il 19 febbraio alla Fortezza da Basso di Firenze, ma il nuovo direttore del Consorzio Vini Chianti Saverio Galli Torrini ha giĆ chiari gli obiettivi per il suo nuovo ruolo: più business e meno narrativa, possibilmente con il via libera alla Gran Selezione entro l’anno, cosƬ come ci ha raccontato nellāintervista che segue. Dāaltronde ĆØ stato scelto proprio per il suo approccio laico: nelle sue diverse esperienze manageriali – in enti pubblici e privati – non ha fino ad ora ricoperto altri ruoli nel mondo del vino.
Cosa porterĆ delle sue precedenti esperienze lavorative nel settore vitivinicolo?
Porterò una visione più manageriale e meno tecnica, che è il motivo per cui il Consiglio di amministrazione mi ha affidato questo incarico. Non vengo dal mondo del vino e questo mi permette di avere un approccio più imprenditoriale e orientato alla commercializzazione del prodotto. Il Consorzio Chianti non vende vino direttamente, ma deve mettere le aziende socie nelle condizioni di farlo nel miglior modo possibile.
Dalla sua visione laica del vino, quali errori ritiene siano stati commessi in passato?
Ritengo che il settore vitivinicolo, negli anni, si sia concentrato molto sulla narrazione e sulla tecnica, trascurando talvolta lāaspetto commerciale. Il mio obiettivo ĆØ rafforzare il lato business, agevolando lāaccesso a nuovi mercati e rendendo più efficace la promozione.
Nel suo discorso di insediamento ha parlato di ānuove sfideā legate ai cambiamenti nei consumi. Avete pensato alla possibilitĆ di abbassare la gradazione alcolica, come stanno facendo altre denominazioni?
Potrebbe essere una questione da affrontare in futuro. In ogni caso, ogni eventuale modifica del disciplinare sarĆ una decisione del Consiglio di amministrazione.
E per quanto riguarda i vini dealcolati? Se diventasse una strada percorribile, ci pensereste?
Visto che la normativa attuale non lo permette per i vini Dop e Igt, non ĆØ un argomento allāordine del giorno.
Avete sofferto per il calo generalizzato dei consumi?
Il calo generalizzato dei consumi ha avuto un impatto, ma nel nostro caso è stato in gran parte legato a una riduzione della produzione. La vendemmia 2023 è stata molto al di sotto della media: solitamente la produzione si aggira tra gli 810.000 e gli 850.000 ettolitri, ma lo scorso anno abbiamo registrato un calo del 30-35% a causa di problemi fitosanitari come la peronospora. Questo ha inevitabilmente inciso sulla disponibilità di prodotto, più che sulle vendite in sé, che invero sono state superiori di cista 60.000 ettolitri rispetto alla produzione.
Ad ogni modo, non ĆØ un periodo facile, soprattutto per i consumi di rosso. Quali strategie seguirĆ il Vino Chianti per non perdere appeal?
La nostra missione principale rimane la promozione della denominazione allāestero. Il Consorzio ha pianificato per il 2025 la partecipazione a numerosi eventi e fiere internazionali. Questāanno, inoltre, stiamo investendo anche nei cosiddetti mercati emergenti, come lāIndia e alcuni Paesi africani, che potrebbero rappresentare nuove opportunitĆ di sbocco.
Vale la pena continuare a investire su Paesi come la Cina, considerata da molti una “eterna promessa non mantenuta”?
Assolutamente sƬ. La Cina ĆØ un mercato chiave per via della sua enorme popolazione e del potenziale di crescita nel consumo di vino. Ć vero che il mercato cinese non ha ancora dato i risultati sperati, ma dobbiamo considerare che il Chianti vi si ĆØ affacciato solo da una decina dāanni. Inoltre, la pandemia ha rallentato i progressi per almeno tre o quattro anni. Il Consorzio crede fermamente in una ripresa del mercato cinese e continuerĆ a investire in promozioni ed eventi per rafforzare la nostra presenza.
Sul fronte statunitense, siete preoccupati per i dazi annunciati da Trump? Anche voi avete registrato unāimpennata delle vendite nei mesi scorsi per effetto della corsa alle scorte?
Non abbiamo registrato unāimpennata delle vendite nei mesi scorsi. Certamente, come tutto il comparto vinicolo e agricolo, siamo attenti a eventuali dazi, perchĆ© potrebbero influenzare le esportazioni. Tuttavia, per ora si tratta solo di dichiarazioni politiche e non di misure effettive.
Parliamo di Chianti Lovers che si terrà a breve. Come mai la scelta di chiudere la manifestazione al pubblico? Non è controcorrente rispetto a una visione più pop del vino?
Al contrario. Questāanno abbiamo deciso di chiudere al pubblico lāanteprima perchĆ© stiamo lavorando a un evento ambizioso per maggio, aperto al pubblico e itinerante. Una sorta di Chianti week in cittĆ . Ma non mi fate sbilanciare troppo …
Allora parliamo dāaltro: a che punto ĆØ lāiter per la Gran Selezione? Ci saranno novitĆ entro lāanno?
La modifica del disciplinare che prevede lāintroduzione della menzione “Gran Selezione” ĆØ attualmente in fase di approvazione presso il Ministero dellāAgricoltura da oltre due anni e mezzo. Stiamo aspettando ulteriori indicazioni e speriamo che entro lāanno la questione possa essere definitivamente risolta, permettendoci di avere un disciplinare aggiornato e approvato.
Si ĆØ poi trovato un accordo con il Chianti Classico, che si era opposto alla novitĆ ?
Sono in carica dal primo gennaio e non sono a conoscenza di opposizioni formali del Chianti Classico allāintroduzione della nuova menzione. Quello che mi interessa, come Direttore, ĆØ fare in modo di avere risposte il più celeri possibile dal Ministero, unico soggetto deputato (insieme a Regione e Commissione Europea) ad autorizzare la modifica.
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