Porto, Marsala, Madeira, Jerez, Samos sono tutti vini che hanno in comune la pratica della fortificazione (ovvero l’aggiunta al vino base di distillati di vino o di alcol di origine vinica) e una spiccata aromaticità . Un’iniziativa presentata a Marsala, in provincia di Trapani, punta a candidare a patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco il processo di produzione di questi vini, facendo leva sulla Rete europea dei vini fortificati, che coinvolge i Paesi dal Portogallo (Azzorre e Douro) alla Grecia, passando per Spagna e Italia. Tutti appartengono alla cosiddetta “Cintura del sole”, che li accomuna per condizioni climatiche aride, che favoriscono questo tipo di produzioni di alta qualità . La Sicilia, che ha ospitato l’iniziativa, ha presentato la firma dell’accordo che intende rilanciare questi prodotti.
Ideato dall’associazione Paladini dei vini di Sicilia, col supporto del Club Unesco di Marsala e del Comitato cittadino Miglioriamo Marsala, il progetto vede la collaborazione dell’Unione giuristi del vino e dell’International wine law association (Aidv-Iwla), osservatore presso l’Oiv. Ma soprattutto la sponsorizzazione dell’assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana. L’obiettivo, come ha spiegato il presidente dei Paladini dei vini di Sicilia, Diego Maggio, è tutelare una tradizione artigianale che rischia di perdersi per svariati motivi, dai cambiamenti climatici alla costante tendenza a un minor consumo di vino.
Il protocollo d’intesa, firmato nella sede delle Cantine Pellegrino, impegna i Consorzi di tutela a portare avanti questa idea di valorizzazione, sfruttando anche le potenzialità offerte dalla Rete dei vini fortificati, che il Concours mondial de Bruxellex ha contribuito a cementare. L’eventuale riconoscimento Unesco potrebbe portare, secondo gli ideatori, a tutelare maggiormente la tradizione della fortificazione dei vini, le denominazioni che nascono da questa tecnica antica, una maggiore visibilità nei confronti dei consumatori e uno stimolo alla crescita economica dei territori interessati. Il dossier per la candidatura a patrimonio Unesco deve essere ancora scritto, come ha sottolineato lo stesso presidente Maggio. L’obiettivo è presentare i documenti entro la fine del 2025, dal momento che proprio nell’anno in corso la Sicilia è Regione europea della gastronomia, riconoscimento assegnato dall’Igcat.
<<<< Questo articolo è stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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