Lo stato dellāarte della ristorazione presenta un quadro composito, tra note positive, aspetti critici e le tante sfide che lo attendono, allāinterno di un contesto in grande evoluzione per le transizioni in atto, le trasformazioni sociali e geopolitiche. Il bilancio complessivo, quindi, vede luci ed ombre: le evidenze contenute nel Rapporto Ristorazione Fipe 2024Ā mostrano come il settore, dopo i difficili anni della pandemia, abbia saputo ripartire recuperando i suoi migliori valori.
Gli indicatori di questa ripresa si ritrovano nei consumi fuori casa, che hanno ripreso slancio dopo il difficile periodo pandemico: nel 2023 si sono assestati a 92 miliardi di euro a prezzi correnti con un incremento del +7% sul 2019 e del +12% sul 2022. Il fuoricasa ĆØ ormai diventato un tratto identitario dello stile di vita degli italiani, con il settore che ĆØ sempre di più un volano di sviluppo per il Paese, con un valore aggiunto di 54,5 miliardi di euro, +3,9% reale rispetto al periodo pre-Covid 19, al primo posto nella filiera agroalimentare italiana, prima, cioĆØ, della stessa agricoltura, dellāindustria alimentare e della distribuzione, e decisivo fattore attrattivo per la filiera turistica.
Un impatto che si riflette anche sul mondo del vino e sullāemergente fenomeno dellāenoturismo: la ristorazione rappresenta infatti il miglior canale di promozione delle eccellenze vinicole, favorendo la conoscenza del prodotto, delle sue specificitĆ e delle territorialitĆ . Le conseguenze dal punto di vista economico, inoltre, sono notevoli; infatti, secondo unāindagine Fipe, lāincidenza media del vino sullo scontrino ĆØ di circa il 30% e una migliore valorizzazione della carta dei vini costituisce uno strumento per migliorare margini economici e considerazione dalla clientela. La portata economica della ristorazione, infine, si riflette anche sullāoccupazione: il settore occupa circa 1,4 milioni di addetti, cresciuti del +6,4% rispetto al 2022 e del +2,3% rispetto al 2019.
Se la ristorazione si conferma anche un settore attrattivo per lāavvio di attivitĆ imprenditoriali, lāelevato tasso di turnover evidenzia la fragilitĆ delle imprese: nel 2023 le nuove imprese sono 10.319, quelle cessate 28.012. Un dato, questo, che ĆØ la spia di tante debolezze della ristorazione italiana, determinate dalla forte competizione (oltre 330mila imprese operano nel settore), che incide sulla marginalitĆ delle attivitĆ , spesso gestite senza le adeguate competenze ed esperienze che la professione impone.
Infatti, le competenze, insieme alla passione e ai necessari investimenti, ĆØ uno dei fattori su cui si gioca la competitivitĆ e il futuro di ogni impresa. Al riguardo, sono necessari interventi, rivolti sia a imprenditori e manager sia ai lavoratori, mirati alla riqualificazione di servizi, alla formazione continua (la stessa che occorre per l’enoturismo), allāinnovazione di processi e di prodotti. A fronte di una crisi demografica i cui effetti sono evidenti e che non ĆØ destinata a placarsi, aumentando la competizione sul mercato del lavoro (specialmente per attrarre i giovani), la leva da promuovere ĆØ quella dellāalta specializzazione e le prospettive professionali, con percorsi di crescita che diano prospettive e motivazioni vere e tangibili.
Lāaltra chiave di sviluppo risiede nellāinnovazione: padroneggiare il digitale e le nuove tecnologie ĆØ fondamentale e le imprese lo sanno benissimo. Nel 2023, un imprenditore su due ha investito per rinnovare, innovare e potenziare impianti, attrezzature e strumenti digitali, indispensabili per migliorare lāofferta. Favorire la transizione digitale significa investire su software gestionali, proporsi in modo moderno, sviluppare marketing commerciale, utilizzare al meglio le piattaforme di intermediazione, rispetto alle quali, tuttavia, le insidie sono numerose. Caso emblematico ĆØ quello delle recensioni false, un fenomeno che distorce fortemente il mercato e penalizza le imprese, specialmente se consideriamo che, ad oggi, le recensioni sono tra i principali strumenti di selezione e di valutazione reputazionale, che condizionano le scelte dei consumatori, che oggi per il 65,5% considera e utilizza. Transizione digitale, competenze, formazione, senza dimenticare la sostenibilitĆ , considerata nelle sue diverse declinazioni – economica, sociale e ambientale – aprono sicuramente un labirinto di complessitĆ , ma anche tante opportunitĆ da cogliere.
*Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe -Confcommercio
<<<< Questo articolo ĆØ stato pubblicato su Trebicchieri, il settimanale economico di Gambero Rosso.
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