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Joe Bastianich: “Il fine dining è morto. L’alternativa? Fare qualità a prezzi popolari”

Il prossimo 25 settembre apre a Milano il primo Joe's American Smashburger su strada dove si potranno mangiare smashburger 100% americani. Abbiamo intervistato Bastianich che ci ha spiegato in anteprima cosa vuol dire portare sulla piazza un burger di tendenza

  • 23 Settembre, 2024

Lo smashburger di Joe Bastianich è diventato un fatto popolare quando lui stesso ha deciso di portarlo in televisione in una puntata dell’ultima edizione di Masterchef. Molti hanno scoperto proprio in quella occasione dell’esistenza di questo burger smashed (schiacciato), morbido dentro e croccante fuori, che forse «rappresenta l’America più di un burger tradizionale», come provoca Joe Bastianich. L’ abbiamo raggiunto al telefono per farci raccontare il nuovo store Joe’s American Smashburger, in cui mangiare senza fare lunghi banchetti, e che inaugura a Milano in Corso di Porta Romana 94 il prossimo 25 settembre.

È il primo store su strada: si esce dal Mercato Centrale per la prima volta e ci si mette a nudo in un point dedicato. Cosa significa questo cambio di passo?

Era una cosa già in programma, uno dei tanti punti che saranno. Si tratta di un format QSR (quick-service restaurant) è il classico formato all’americana.

Che cosa si mangia?

Proponiamo il nostro smashburger in varie versioni, single e double. Con lo smashburger si gioca molto sull’equilibrio tra carne, formaggio cheddar e pane morbido, la ricetta classica. Si mangia un panino che ha insieme croccantezza e morbidezza (fondamentale!), data proprio dal pane che è quello che lo fa distinguere dagli altri smashburger.

Chi produce il pane speciale di cui mi parla e come viene fatto?

Un laboratorio italiano che fa il pane per noi, una ricetta segreta americana con farina di patate.

La carne da dove proviene?

È 100% da allevamenti italiani: facciamo un mix di carni per ottenere la giusta succulenza bilanciando parti grasse e magre tra vari tagli: brisket, chuck roll e short ribs.

Oltre ai panini cosa si può mangiare?

Ci saranno delle novità come le Tater Tots, in America ci siamo cresciuti tutti: purè di patate impanate e fritte e poi anche patatine tradizionali, e un po’ di segreti. Bisogna assaggiare tutto: in questo format portiamo la sensibilità e il sapore americano al 100%.

Ha dichiarato che all’inaugurazione regalerà 500 bacon cheeseburger.

Sì, il mio preferito. È l’emblema di come lo smashburger deve essere.

Com’è fatto?

Super semplice: carne, bacon, formaggio e pane. Poi la nostra salsa segreta.

Quindi, anche lei sta usando la tecnica del prodotto gratis all’inaugurazione come tanti altri suoi colleghi. Qual è lo scopo di questa mossa? Attirare gente per i social?

È una tradizione americana: si fa un regalo ai clienti e ai vicini per dare il benvenuto e fare un po’ di casino.

Le piacerebbe che questo nuovo posto diventi uno di quelli “da fila”, dove bisogna mettersi in coda per ore per prendere un panino?

Possiamo solo sperare di sì (sorride,ndr).

C’è un target (parliamo di età) più attratto dallo smashburger rispetto ad altri?

È una cosa che possono assaggiare tutti, sì siamo a Porta Romana, non distanti dalla Cattolica e c’è un giro di giovani. Anche il prezzo non è elevato: partiamo da 7 euro e con la combo drink e patatine arriviamo anche a 12 euro: una fascia di prezzo molto popolare.

Rispetto a Roma o Firenze, a Milano lo smashburger ha più successo?

Dove c’è una grande città c’è successo. Per mangiare la gente si sposta perché spesso alcuni posti diventano inaccessibile a livello economico e la tendenza di smashburger qsr è quello di creare cibo di altissima qualità a prezzi popolari, il futuro sarà basato su questo tipo di ristorazione secondo me.

Lei pensa che il fine dining stia morendo?

Il fine dining è morto, non è più sostenibili sia per il costo del cibo che del personale, la gente normale non può più permettersi i grandi ristoranti, va dove trova soddisfazione al prezzo giusto. L’alternativa è un format che abbia ottima qualità e prezzi popolari, dove ci fai anche un pasto completo.

Come nei suoi smashburger point?

Esattamente.

Il mondo si sta aprendo molto ai prodotti plant based, come si pone la sua factory rispetto alla scelta vegetale?

Ci sono tante persone che mangiano ancora carne (meno male!) e Joe’s American Smashburger è un posto un po’ dedicato a loro. La tendenza plant based ci sta, è sicuramente una tendenza, e noi siamo l’alternativa per quelli che vogliono gustare un burger fatto a regolare d’arte.

Allargando ancora le prospettive, secondo lei in futuro potremmo anche vedere nascere delle hamburgerie che servono solo burger di carne sintetica? Come si pone sulla questione della carne coltivata?

È una tema che non conosco molto, non ho mai mangiato carne sintetica e non mi interessa. Io sono più tradizionalista e quel che voglio fare vede al centro la carne classica, normale.

Facciamo un gioco, se dovesse convincere un nonno di 80 anni che mangia solo bistecche, a mangiare uno smashburger, cosa gli direbbe?

È come fare un viaggio in America senza andare via dall’Italia.

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