È di pochi minuti fa la condivisione, sul profilo di Selvaggia Lucarelli, dell’ennesimo scontrino costoso di un ristorante. Questa volta a farne le spese è un gruppo di tre persone, tra cui una mamma e una bambina, che ha pranzato in un locale di Finale Ligure.
Il costo incriminato è di soli 2 euro attribuito alla voce “piattino condivisione”. Si tratterebbe del contenuto di un primo – trofie al pesto – che la madre avrebbe condiviso con la figlia.
Selvaggia Lucarelli nel post scrive: “Liguria. Un piatto di trofie al pesto 18 euro, la mamma chiede un piattino per farne assaggiare un po’ anche alla bambina di tre anni che ha già mangiato. Sul conto le mettono due euro per il piattino. Tra l’altro avendole già messo sul conto il coperto”.
E scatta la polemica: facendo i conti della serva, la cliente ha sborsato una maggiorazione di 4,50 (costo del “piattino” e del coperto) per aver sì e no fatto mangiare qualche trofia alla figlia.
Coperti (inesistenti) che vengono scambiati per servizi al tavolo, sovrapprezzi per dividere un toast a metà com’è successo sul Lago di Como. Il limite tra chi sostiene davvero dei costi e chi se ne approfitta verso il cliente, è davvero labile.
È di qualche ora fa la nota pubblicata dal Centro Studi di FIPE – Confcommercio, Federazione italiana Pubblici Esercizi, che ha previsto una spesa di circa 9,9 miliardi di euro solo per il mese di agosto in Italia per mangiare fuori casa fra colazioni, aperitivi, pranzi etc…
Estate quanto mi costi!
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