Scendono i consumi, salgono i consumatori. Come stanno insieme queste due realtĆ , apparentemente in contrapposizione tra loro? Lo spiega lāOsservatorio di Unione Italiana Vini, elaborando i dati Istat, secondo cui negli ultimi 15 anni (2008-2022), a fronte della diminuzione dei consumi quotidiani, sono cresciuti quelli saltuari. Nel dettaglio, questi ultimi registrano un +35% (+4,4 milioni di euro), mentre la fruizione quotidiana ĆØ in calo del 22%.
Il nuovo volto dei consumatori italiani di vino – oggi a quota 29,4 milioni (ovvero 55% della popolazione) – ĆØ, quindi, sempre più moderato. E questo senza bisogno di alert in etichetta, in netta contrapposizione rispetto a quello che sostiene lāIrlanda. āI numeriā rileva il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi āsintetizzano una volta di più il rapporto responsabile degli italiani con il vino, oggi inteso più come elemento di socialitĆ e di stile di vita che come alimento. Ć la prova di come lāapproccio culturale al prodotto sia ormai fondamentale in un Paese che non solo ĆØ il primo produttore di vino al mondo ma anche uno dei più virtuosi in termini di aspettativa di vitaā.
Lāidentikit del consumatore di vino corrisponde ancora a quello dellāuomo maturo. Il genere maschile rappresenta, infatti, il 58% dei consumatori contro il 42% delle donne. Tuttavia, in termini di incremento cresce più il consumo femminile (+12%) a fronte del -2% degli uomini. Tra le consumatrici, aumentano le āsaltuarieā (+33%), contro āle quotidianeā (-15%), soprattutto nelle fasce di etĆ più mature. In termini di etĆ , sono, le fasce di ultrasessantacinquenni a bere di più (27,5%) seguiti dalla fascia 45-54 (19,4%) e 55-64 (18,7%). Se, però, tutti i cluster dāetĆ hanno visto decrementi dei consumatori abituali, al contrario quasi gli stessi cluster (eccezione fatta per la fascia 35-44 anni) mostrano degli incrementi per i consumatori saltuari. In particolare, si noterĆ anche una crescita notevole della fascia 18-24 anni. Segno che la GenZ non ĆØ completamente distante dal vino, ma lo beve solo in determinate occasioni.Ā Al contrario ĆØ crisi tra vino e Millennials, probabilmente a causa di un trend salutistico che li allontanano sempre più dal bere sia in modo saltuario, sia quotidiano.
Cambiando bevanda, cambia anche la modalitĆ di consumo. Per quanto riguarda la birra, ad esempio, si registra il segno più sia per gli user quotidiani (+19% in 15 anni), sia per quelli occasionali (+30%), con un calo solo per gli āstagionaliā, legati al periodo estivo. Complessivamente a bere birra sono 27,4 milioni di italiani. Forte accelerata, poi, per gli aperitivi alcolici, vino e cocktail compresi (soprattutto nella versione spumante mixato), che raggiungono 22 milioni di adepti (+41% a partire dal 2008), grazie soprattutto al boom femminile dei consumi fuori casa (+79%). Se tra le donne prevalgono gli aperitivi regolari (58% Vs 42% di quelli saltuari), per gli uomini vale il contrario (48% regolari Vs 52% saltuari). Interessante, lāevoluzione femminile negli ultimi 15 anni: oggi il 60%delle donne tra i 25 e i 34 anni consuma aperitivi alcolici contro il 33% del 2008.
L’articolo completo ĆØ stato pubblicato sulĀ Settimanale Tre Bicchieri dell’ 8 giugno 2023
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