Brillante, eclettico, unico nel suo genere: il gin รจ un distillato conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, grazie al suo essere estremamente versatile e al suo sapore inconfondibile che lo hanno reso la base per molti cocktail. Ma come nasce? Quando? Abbiamo approfondito la questione insieme a due grandi interpreti del gin, Alessandro Palazzi che, dopo importanti esperienze nel settore alberghiero, dal 2007 รจ il barman icona del Dukes di Londra dove da sempre รจ osannato per i suoi Martini e Fabio Arcadipane, maestro distillatore e barman di GinO12 a Milano.ย
Partiamo dalle origini: โGuglielmo III dโOrange era un grande amante del gin (e anche la Regina Elisabetta lo apprezzava) e non ci รจ voluto molto prima che diventasse popolare fra la nobiltร inglese. Le tasse elevate sullโimportazione dei distillati esteri incoraggiarono la produzione locale, cosรฌ esplose la moda del ginโ racconta Alessandro. โDurante il proibizionismo, poi, le persone buttavano nella vasca da bagno alcol insieme al ginepro e altre spezie, dalle stecche di cannella ai chiodi di garofano alle bucce dโarancia. Tutto veniva messo in infusione poi filtrato grossolanamente e pronto allโusoโ conclude Fabio. Questo il passato, anche nelle ultime stagioni, perรฒ, abbiamo assistito alla progressiva rinascita del gin, spesso con botaniche insolite. Molti distillatori vogliono far sentire, oltre alla spalla alcolica anche il panorama in cui producono: โogni gin ha la propria peculiaritร e il bello del gin รจ che racconta il territorio. Nel mio giardino crescono spezie e fiori diversi dai tuoi e viceversaโ racconta Fabio. Si ha pertanto la possibilitร di personalizzare il distillato e creare qualcosa di estremamente unico ed รจ per questo che stanno nascendo tantissimi gin nuovi e ricchi di sapore (anche in Italia, e non da ora…), frutto di ingegnose ed entusiasmanti combinazioni. โQuando ho cominciato come barman dopo la scuola alberghiera avevamo pochi prodotti a disposizioneโ dice Alessandro โoggi, in Italia ci sono unโinfinitร di gin, pensa in giro per il mondo… Non รจ piรน come in passato che si diceva che il migliore vino venisse dalla Francia o la migliore pasta dall’Italia. Oggigiorno ci sono ottimi gin dallโAustralia; ne anche uno del Kenya che si chiama Procera che รจ la fine del mondoโ.ย
Ci sono quattro tipologie di gin, ognuna delle quali si identifica in un metodo di produzione. A fare chiarezza รจ Fabio Arcadipane: โil London Dry Gin prevede che tutte le botaniche vengano messe a macerare insieme e distillate in unโunica soluzione. Alla fine di questo procedimento non รจ possibile aggiungere nรฉ zucchero nรฉ aromi artificiali ma solo acqua per bilanciare il grado alcolico o alcol uguale a quello di partenzaโ. Gli fa eco Alessandro Palazzi โIl London Dry Gin deve essere un gin con tutti gli ingredienti naturali e non ci deve essere nessun chimicoโ.ย
โI Distilled Gin – continua Fabio – prevedono la distillazione singola delle varie botaniche. Ad esempio, metto il limone in macerazione con l’alcol e poi lo distillo singolarmente. Otterrรฒ un concentrato di limone che potrรฒ poi aggiungere a mio piacimento nel gin mantenendo sempre e comunque l’aroma di ginepro prevalente nel prodotto finaleโ. Poi cโรจ il Cold Compound โfratello dei Distilledโ dice Fabio e continua โin cui c’รจ lโinfusione delle botaniche a freddo. Per i Distilled gli elementi vengono passati nellโalambicco che fa evaporare prima lโalcol cosรฌ che questo venga concentrato. Durante la distillazione la parte colorata rimane nellโalambicco. Ecco perchรฉ i distillati sono tipicamente trasparentiโ.ย
Infine ci sono gli Sloe Gin, diffusi soprattutto nei paesi anglosassoni, serviti come i nostri cordiali per cui ogni famiglia possiede la propria ricetta. โNon sono propriamente gin per la gradazione alcolica che deve essere almeno 37.5ยฐ alcolici. Gli Sloe Gin sono prodotti da unโinfusione di prugnolo selvatico all’interno della base alcolica, che dร questo colore rossastro. Solitamente piรน dolce rispetto ai gin per cui viene anche aggiunto dello zucchero o del miele, ma su questo si รจ abbastanza liberiโ spiega Fabio.ย
Ma il palato del pubblico sta cambiando cosรฌ come la mano dei barman. Si iniziano a cercare bevute differenti, magari con meno carica alcolica โ o addirittura fino alla sua totale assenza – e una nota botanica piรน decisa โrobe meno secche, stiamo andando incontro all’evoluzioneโ chiosa Fabio. Quali sono i gin piรน accattivanti sul mercato? โSicuramente quelli di GinO12โ ride Fabio โIn Italia ci sono delle belle chicche, ne escono 5 o 6 al giorno. ร ovvio che c’รจ chi fa prodotti blasfemi e chi prodotti eccezionaliโ Andiamo al dunque. โUno molto valido e che esprime tantissimo viene dalla Sardegna, si chiama Giniu. Il nome รจ stato inventato dai contrabbandieri, proprio come il filu โe ferru, per non farsi scoprire. Molto buoni sono i gin irlandesi (tralasciando il filone degli Hendrickโs), i Porterโs Orchard che distillano con un alambicco che lavora a basse temperatureโ. Utilizzando questa tipologia di alambicco si distilla mantenendo intatte tutte le note tipiche del prodotto, profumi, la parte organolettica e gustativa. โUltimo ma non meno importante il Botyard Double Ginโ conclude Fabio, ancora una volta un gin irlandese.ย
Il gin รจ un distillato molto versatile, ce ne parla Fabio Arcadipane: โda GinO12 produciamo 15 gin differenti. Con il nostro alambicco, possiamo distillare qualsiasi cosa che si aggiungerร al nostro ginโ. Ad esempio? โdalle Big Bubble, alla Nutella, alle carrubeโ. Si parla tanto di mescal… โSono due cose diverse: il mescal arriva dalla fermentazione successiva alla distillazione del frutto dell’agave. Intanto per far crescere l’agave ci vogliono almeno sei anni, alcune piante ci mettono anche 18 anni per arrivare alla massima maturazione; quindi parliamo di un percorso lungo di evoluzione della pianta stessa. Chi beve mescal come chi beve whisky o grappa vuole quel sapore. Per quanto possa essere personale la produzione, il mescal avrร sempre le note erbacee date dallโagave di partenza e quelle affumicate date dalla cottura del frutto prima della fermentazione. ร imprescindibileโ.ย
Per il gin, si ha la possibilitร di spaziare, quindi. โHo un gin della Francia distillato con botaniche filippine, usano il Lang Lang Patchouli ed รจ una roba veramente profumata ed estrema. Un altro รจ prodotto in Inghilterra e si ispira alla vecchia via delle spezie quindi dall’estremo Oriente alla Serenissima Venezia. Dentro troviamo note di cumino, curry, zafferano e coriandolo a richiamare la cucina indianaโ. Torniamo in Italia: โin Sicilia, vicino a casa mia, fanno gin eccezionali tra cui Aquamaris con due soli ingredienti: limone santoreggia e acqua depurata marina. Si ha quindi un sentore erbaceo, un filo agrumato con questo finale sapido in bocca. Per rispondere alla tua domanda, sรฌ, รจ molto molto versatile. C’รจ qualche folle che arriverร a utilizzare il mescal come base alcolica, infonderci dentro il ginepro e distillarlo. Fare un gin di mescalโ; perchรฉ non lo fai tu? โlo sto facendoโ ride, Fabio. โIl gin รจ versatile e dipende dalle varie componenti che ha. Se prendi, per esempio, il gin Nยฐ3 ha solo sei ingredienti, รจ la base per ottimi drinkโ conclude Alessandro.ย
E allora, quali sono i cocktail a base gin che ogni appassionato dovrebbe conoscere? A rispondere in prima battuta รจ Alessandro Palazzi: โIl French 75, creato a Parigi, un cocktail a base di gin, Champagne e succo di limoneโ e ancora โdue cocktail classici ritornanti in voga, specialmente tra i giovani, sono l’Hanky-Panky creato al Savoy dalla prima barlady della storia, Ada Coleman, e il Negroni, adesso diventato uno dei cocktail d’eccellenza mondiali e di cui ci sono moltissime variantiโ. โGin Tonic e Martini cocktail sono sicuramente i piรน rappresentativi e che danno maggiore espressione al ginโ dice Fabio.ย
La tendenza vede il gin protagonista di molte bevute per almeno i prossimi anni, almeno cosรฌ sembra:ย โQuel che sta piacendo tanto alla clientela รจ la possibilitร di assaggiare prodotti con profili totalmente differenti. Non piรน il classico gin con la nota di ginepro, il cardamomo, il coriandolo e l’agrume. Le persone vogliono assaggiare sapori nuovi e, potendo giocare con i fiori, i frutti o addirittura i dolci, il gin ti dร consente di farloโ, fa Fabio. Senza mai scordare che le passioni profonde rimangono โGli amanti dei classici bevono il Martini e guai se glielo tocchi. I grandi classici rimangono, come le note di una melodia, quelle sono, ci si puรฒ giocare tanto ma alla fine i sapori non cambieranno mai. Poiโ aggiunge โรจ chiaro che ci sono anche altre tendenze ma bisgona ascoltare quel che il cliente desidera e non fargli bere quello che credi sia meglio. Questo รจ importanteโ conclude Alessandro.ย
a cura di Cecilia Blenginoย
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