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Alla scoperta del Pot-au-feu, il bollito contadino che tanto piaceva a Paul Bocuse

Ci sono piatti che, per quanto semplici, rimangono impressi nella memoria. Uno in particolare ha conquistato generazioni di francesi, compresi illustri chef e gastronomi

  • 07 Gennaio, 2025

ยซFormidable, cโ€™est le meilleur plat pour moiยป. Sono le parole dellโ€™ultimo Paul Bocuse, sincero e schietto nel palesare la sua debolezza verso la semplicitร , quella del Pot-au-feu, considerato dal mostro sacro della cucina francese il miglior piatto nazionale. Apprezzato per la sua completezza, un piatto unico che ha โ€œtuttoโ€ (dalla carne alle verdure), perfetto poi per essere mangiato in compagnia, un rendez-vous fra vecchi amici che potrebbe durare ยซuna settimana interaยป. Perchรฉ, come dice lo chef, mangiare da soli รจ cosa triste. E, al di lร  dellโ€™autorevolezza della figura, non potremmo essere piรน dโ€™accordo.

Pot-au-feu: di che si tratta?

A sentire Bocuse, identifica in pieno lโ€™essenza del comfort food conviviale. รˆ infatti una preparazione casereccia, tipica della tradizione contadina francese. Nonostante una certa diffusione anche presso le famiglie borghesi, la vocazione popolare con cui nasce la ricetta viene tutto sommato preservata. In senso letterale significa โ€œpentola sul fuocoโ€, a ricordare lโ€™immagine della casseruola predisposta per una cottura lenta e prolungata. Tanto รจ vero che si tratta di un brodo ricco, fatto di carne bovina e tanti ortaggi, che richiede un po’ di tempo โ€” almeno alcune ore โ€” per acquisire il โ€œgiustoโ€ sapore. Nellโ€™area settentrionale del paese si trova pure con carne di maiale, soprattutto in quelle regioni in cui i suoi allevamenti sono piรน diffusi. E sรฌ, se pensate che ci sia una qualche connessione con il Pho Bo vietnamita, non siete lontani, tenuto peraltro conto del passato coloniale francese in Vietnam.

Origine e storia del Pot-au-feu

Giร  con le testimonianze di Maupassant e Brillat-Savarin, rappresentativi della cultura borghese dellโ€™Ottocento, viene riportata lโ€™esistenza del pot-au-feu. Eppure, la versione che ora conosciamo รจ diversa da quella originaria. D’altronde, viene concepito come rimedio alla scarsitร  di risorse e viveri con cui si dovevano confrontare i contadini, non di rado costretti a farne un bollito vegetale piรน che di altro. Non potevano certo contare sulle possibilitร  di scelta odierne, figuriamoci per la carne, privilegio di pochi signori benestanti. Stando comunque alle fonti, nel periodo della grande crisi, una sorta di pot-au-feu veniva offerto per le strade e con spirito caritatevole ai piรน bisognosi. Chiaramente, volendo tralasciare la conoscenza elementare delle tecniche di cucina adoperate, anche a livello gustativo le differenze con oggi risultano abissali. Adesso, il pot-au-feu รจ una ricetta quasi โ€˜espressaโ€™, che a suo modo conserva un che di fresco e vegetale; mentre in passato, i sentori putridi e animali di carne vecchia, e lโ€™intensitร  di ortaggi consumati dal tempo prolungato di cottura erano la norma (prima lo stufato stava sul fuoco numerosi giorni poichรฉ veniva integrato continuamente con nuovi ingredienti che potessero sostituire quelli consumati). Le patate invece sono una recente integrazione: la loro distribuzione come alimento commestibile o salubre arriverร  solo a fine Settecento grazie a Parmentier. Fino a quel momento viene usata la pastinaca.

Come si prepara il Pot-au-feu?

Per prima cosa, come faceva Paul Bocuse, si parte da un pentolone dโ€™acqua fredda in cui mettere la carne di manzo โ€” tagli poveri e non, che richiedono una lunga cottura (guancia, stinco, noce, ma anche ossobuco) โ€” e si porta a ebollizione eliminando con lโ€™aiuto di una schiumarola le impuritร  che affiorano piano piano in superficie. Dopo di che, si aggiungono tutte le lรฉgumes lavate e mondate: pezzi di rapa, carota/pastinaca, porro, cipolla e sedano rapa. Oltre al sale, non possono mancare spezie ed erbe aromatiche, fondamentali per conferire profumi e โ€˜strutturaโ€™: pepe, chiodi di garofano e un bouquet variegato, tra alloro, timo e prezzemolo. Quali che siano le verdure scelte, piรน o meno aderenti alla tradizione, la cottura deve proseguire quantomeno per 4 ore. Per chi volesse aggiungere delle patate, il suggerimento รจ quello di non inserirle nel pot-au-feu, ma di cucinarle a parte. Quando รจ pronto, si portano in tavola carne, ortaggi e brodo separatamente, proprio come dovrebbero essere serviti pure i cetriolini e le salse d’accompagnamento (tra cui la senape di Digione). Delle varie declinazioni, cโ€™รจ chi sceglie il pollo (insieme o al posto del bovino), e chi aggiunge semplicemente della verza. Del resto, la cucina casalinga รจ anche questo, recupero degli avanzi e interpretazione a piacere.

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