Gli spumanti in Italia rappresentano ormai una quota impressionante della produzione nazionale arrivando a sfiorare il miliardo di bottiglie prodotte ogni anno di cui il 70% venduto allโestero. Ai 300 milioni di bottiglie che restano in Italia dobbiamo sommare il peso di Champagne (di cui ne beviamo quasi 10 milioni di bottiglie: siamo il quinto mercato al mondo per volume e quarto per fatturato) e Cremant de Bourgogne e, in misura molto minore anche se sempre meno trascurabile, bollicine inglesi, sudafricane e slovene.

In ogni ristorante italiano la carta dei vini non รจ completa se non ci sono almeno una decina di referenze dedicate alle bollicine e con almeno 2-3 proposte al calice, a volte con una gamma che va dai 5 euro di un Prosecco ai 50 di una Cuvรจe de Prestige. Sono sempre piรน, infine, i ristoranti che proprio sulla quantitร e diversificazione degli spumanti fondano il loro successo, finendo per promuoversi efficacemente presso un pubblico nuovo e curioso, oppure verso un pubblico esperto in cerca di proposte nuove e piรน accattivanti.
Il comparto delle bollicine risente del trend di tutto il vino italiano (il famoso โsi beve meno ma meglioโ, con meno Martinotti e piรน Metodo Classico e Ancestrali) ma sta perdendo meno rispetto al resto del comparto in termini percentuali e con una crescita costruita soprattutto a scapito dei vini rossi, il settore che soffre di piรน per il vino italiano. Qualche anno fa poteva sembrare un paradosso. Nella mente di ogni persona e nellโimmaginario collettivo lโItalia era legata al vino rosso, al sangue e alla carnalitร dellโultima cena di Gesรน, oggi lo scenario risulta stravolto per una serie di fattori sia interni che esterni al mondo del vino stesso.

Innanzitutto, la crescente inflazione ha portato a una capacitร di spesa minore e a una maggiore attenzione verso il rapporto qualitร /prezzo. La bollicina, poi, รจ sempre il vino della festa e della convivialitร ed รจ quello che a paritร di prezzo offre la migliore qualitร . Lโeffetto energizzante e il maggior valore aggiunto sono ciรฒ su cui si sono indirizzate le persone che vogliono una bottiglia importante da mettere in tavola e che vogliono essere sicure di consumare. In quasi ogni fascia di prezzo al ristorante (partendo anche da quella 15-20 euro che tuttora esiste) รจ praticamente impossibile trovare una bottiglia di vino fermo che porti una migliore combinazione di immagine, piacevolezza e gusto rispetto ad un equivalente bollicina. Se guardiamo in alto, il migliore e piรน raro Champagne sul mercato (scegliete voi tra Krug, Cristal o Dom Pรฉrignon) si compra al massimo a 350 euro, non a 3.500 come il miglior rosso francese; anche il miglior metodo classico italiano costa 250 euro e non 1.500 come il piรน caro rosso toscano o piemontese (Masseto, Soldera o Monfortino).

Tutto ciรฒ senza contare lโimportanza odierna dello โstatusโ che possono garantire alcuni brand di spumanti e Champagne con un effetto dirompente sulla propria immagine social โ vedi anche il boom dilagante della pratica del sabrage con tanto di filmato a partire da semplici spumanti a 10 euro aperti al tavolo di molti locali per turisti. Provate a contare le visualizzazioni di una sciabolata su TikTok rispetto allโapertura di un qualsiasi rossoโฆ
Le abitudini piรน o meno domestiche anch’esse hanno contribuito col tempo a prediligere pasti piรน leggeri (o meglio ancora, leggiadri) che mal di sposano con i tradizionali vini rossi italiani. E se consideriamo anche il fenomeno costante della cucina orientaleggiante, ecco che di nuovo la bollicina ci garantisce un abbinamento mai perdente: perchรฉ offre gratificazione immediata e senza troppi retropensieri, compreso il fatto di non necessitare di un cavatappi a portata di mano.

Infine, sciocco sarebbe non menzionare il clima, con periodi di caldo sempre piรน prolungati che portano a preferire bevande con una spiccata aciditร e freschezza e gradazione che non oltrepassi mai i 13% di alcol, soglia oltre la quale anche lโenofilo piรน incallito con 40 gradi esterni alza bandiera bianca. Provate a pensare a quanti grandi vini italiani possiamo elencare sotto quella gradazione alcolica e scoprirete che nessun Barolo, Brunello, Amarone, Bolgheri, Chianti Classico o grande bianco alto atesino, friulano o campano rientrano nella categoria in cui semmai โ guarda caso โ trovano spazio qualche chicca naturale o produttori funky.
Il mercato delle bollicine tira ancora e sempre di piรน. Ma soprattutto, chi si allontana dal vino lascia per ultimo proprio le bollicine e chi ci si avvicina non รจ cosรฌ spaventato dagli spumanti cosรฌ come รจ spaventato dalle altre tipologie alcoliche: gli spumante โ le bollicine โ sono vini goderecci e immediati ma al tempo stesso capaci anche di piรน letture e strati interpretativi che non รจ necessario conoscere per goderne appieno: elemento valido per il vino classico cosรฌ come per il ribollente mercato dei vini cosiddetti naturali.
Il motivo principale della crescita delle bolle o comunque della loro resilienza sul mercato risiede principalmente nel perdurante boom del Prosecco Doc (o spumanti anche piรน economici, simili nel gusto e spesso prodotti dalle stesse aziende) legato alla miscelazione (spritz ma non solo) con in aggiunta la maggior diffusione degli spumanti Docg Metodo Classico.

Non dobbiamo dimenticare il perdurante effetto sul mercato delle bollicine da uve autoctone sia in modalitร petnat (soprattutto tra i vini naturali) che Martinotti e financo Metodo Classico da vermentino, nebbiolo, erbaluce, grillo, priรจ blanc, aglianico, falanghina, greco, carricante, sangiovese, verdeca, fiano, sagrantino, pinot grigio e chissร quanti altri ne esistono. Resta stabile il Lambrusco con piรน di 21 milioni di bottiglie dove perรฒ il miracolo della premiumizzazione fatica a prendere campo nonostante ci siano esempi pregevolissimi di vini degni di rilievo.
Il Lambrusco รจ del resto un caso particolare di vino senza competitor: una categoria a sรฉ che perรฒ rischia di essere una commodity. L’obiettivo di farlo crescere soprattutto come valori dei terreni e remunerativitร per chi si impegna nella produzione di qualitร รจ lungi da essere centrato, ma nel frattempo รจ una meraviglia di sfumature di rosa, bianco e rosso e a partire dalla sfida lessicale (rosa confetto? rosa shocking? rubino chiaro? che colore ha veramente un Sorbara o un Salamino?) che prosegue nei bicchieri e oltre. Si puรฒ pensare di pasteggiare a Lambrusco dallโaperitivo e antipasto fino al dolce senza cambiare denominazione oppure provare le sue diverse doc a seconda del momento della giornata, eppure nel sentire del mercato questo vino emiliano รจ ancora legato alle sue versioni amabili da consumarsi con cotechino e purรจ. In questo microcosmo, perรฒ, ci si puรฒ avvicinare al Sorbara secchissimo e diretto, molto modaioloย nella sua aciditร e freschezza che attira gli amanti delle bollicine; oppure si puรฒ essere attratti dalla vinositร dei Grasparossa che puรฒ richiamare chi ama i rossi di struttura; oppure ci si puรฒ accostare al Lambrusco attraverso i rifermentati e petnat: ย grande moda del momento nel campo dei naturali bioqualchecosa e con richiamo alla tradizione dei frizzanti e rifermentati storici dellโEmilia.

Nella zona del Prosecco possiamo dire ancora fermi al palo i lodevoli tentativi di premiumizzazione di Asolo e Conegliano che dovrebbero rappresentare i luoghi storici del Prosecco che oggi invece pare puntate verso le nuove aree di produzione, come il Carso e il mare friulano. Questo cambiamento, che ha portato anche diverse polemiche, riflette comunque un interessante tentativo di evoluzione del Prosecco stesso, che si vede โcostrettoโ a identificarsi con territori piรน caratteristici per rispondere alla domanda del mercato.
Piรน specifici e specializzati gli aumenti di qualitร e prezzo di Trentodoc, Franciacorta , Oltrepo (come sempre al bivio tra ristrutturazioni dei grandi produttori e pregevoli esempi dei vignaioli) e soprattutto Alta Langa con una sfida sempre aperta alla riconoscibilitร . Di certo, il moltiplicarsi delle bollicine autoctone ha costretto le doc e docg storiche a innalzare ulteriormente la loro qualitร con un allungamento medio di permanenza sui lieviti che รจ salito di molto con la nascita di tipologie Riserva dai risultati qualitativi importanti e dai prezzi elevati: oggi il pubblico ha ben chiara la differenza e anche in termini di gusto il passaggio al Dosaggio Zero ha finito per evidenziare le vocazioni di spumante di montagna per il Trentodoc, uno stile piรน accessibile ed elegante per il Franciacorta, unโidea molto gourmand per lโOltrepo e la grande attenzione al pinot nero in Piemonte.
Oggi il Metodo Classico italiano รจ come il Don Giovanni di Mozart: leggero e immediato, ma capace di rivelare molti livelli di complessitร pur non richiedendo una conoscenza approfondita per essere apprezzato anche distrattamente.
Enologi e produttori oggi in Italia sono in grado con il Metodo Classico di offrire prodotti ben fatti, piacevoli, originali e che leggono il territorio italiano in tutta la sua lunghezza, permettendo di bere โlocaleโ in maniera piรน fresca e immediata di un tempo. Senza considerare che sono riusciti a trasferire bene lโidea di una zona e non del vitigno in sรฉ, traducendo il concetto di territorio nei vini in maniera elegante pur usando principalmente vitigni non originari del nostro Paese.
Lo Champagne in Italia รจ in una fase di assestamento in cui lโeffetto boom dei Recoltร nt Manipulant (ovvero coloro che vinificano e spumantizzano le uve di proprietร ) pare essersi esaurito anche a causa delle numerose operazioni di speculazione sui prezzi effettuate da enoteche e distributoriย sempre pronti a promuovere lโultima scoperta come il nuovo fenomeno della regione. Dal gusto della scoperta del nuovo a prezzi tutto sommato accessibili con cui si presentarono i Recoltร nt Manipulant dieci anni fa, oggi si assiste a un mercato sempre meno accessibile e orientato allโimmagine che finisce per fare il โgiocoโ delle grandi Maison i cui prodotti hanno acquisito definizione e riconoscibilitร sempre maggiori e rassicuranti. A livello gustativo i prodotti francesi hanno completato la loro metamorfosi arrivando a dosaggi bassissimiย inseguendo una strategia di adattamento allโinnalzamento medio della temperatura: uve piรน ricche e mature hanno meno bisogno di zucchero per dare prodotti equilibrati, guadagnando al contempo in immediatezza e capacitร di esprimere il territorio. Per non parlare dellโuso di anfore, cocciopesto, del ritorno prepotente del legno e della moda strisciante di non svolgere la malolattica: tutte tecniche spesso combinate tra loro a dare risultati sempre nuovi e spesso intriganti. Questo dinamismo impressionante in Champagne rimane oggi una delle differenze maggiori rispetto alle bollicine italiane (quanti sono i nostri Recoltร nt Manipulant? quanti si promuovono come tali allโinterno delle docg?); ma lโeffetto sul pubblico รจ stato quello della richiesta di un maggior investimento in conoscenza del prodotto: oggi scegliere uno Champagne che sia di nostro gusto รจ operazione costosa e complessa, il che lo fa apparire meno intrigante sul mercato dove di nuovo vince sempre piรน la โcoccolaโ e la semplicitร comunicativa.
Pare essersi fermato il boom delle bollicine rosรฉ, che hanno imboccato una strada premium che in molti hanno rinunciato a seguire, anche se probabilmente si tratta di un passaggio momentaneo dato che i vini rosati fino al rosso scuro con bollicine potrebbero essere la sostituzione futura dei rossi ad alta gradazione che il mercato richiede sempre meno.
Per il mondo della bollicina italiana รจ un’occasione importante sia sul mercato interno che su quello estero: รจ arrivato il momento di dare continuitร qualitativa oltre le annate, magari investendo con maggior convinzione nei multimillesimati con impiego di vini di riserva di vendemmie precedenti e impegnarsi in una comunicazione di territorio moderna, efficace, continua e soprattutto univoca con una comunione di intenti tra produttori che per ora ha visto prevalere Franciacorta e Alta Langa. Un successo che dovrebbe fungere da faro per le altre denominazioni che non sono mai finora riuscite a fare veramente squadra al loro interno per promuoversi e definire un loro stile e gusto di territorio differenziato: con i numeri di produzione attuali รจ una scommessa troppo grande da perdere quella di essere confusi nel mare magnum del โqualsiasi vino purchรฉ abbia le bolleโ.
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